Auto elettrica e i falsi miti che frenano la crescita

In molte città del mondo, l’inquinamento urbano viene accentuato a causa delle grandi quantità di gas di scarico emesse nell’atmosfera dai mezzi di trasporto, come le automobili a benzina e a diesel.

L’auto elettrica è una buona soluzione per abbattere le emissioni, eppure sono pochissime le persone che effettivamente decidono di acquistarne una.

L’auto elettrica costa tanto

Il costo di un’auto elettrica si aggira intorno ai 25.000 euro, una cifra molto più alta rispetto a quella richiesta per acquistare un’auto tradizionale nella media.

Questo è uno dei principali fattori che ne scoraggia l’acquisto; eppure, il costo totale di proprietà (TCO, Total Cost of Ownership) è nettamente più basso rispetto a quello di un mezzo tradizionale.

L’auto elettrica permette di risparmiare sul carburante e sui costi di manutenzione, perché ha pochissimi pezzi soggetti a usura.

In questo modo, la spesa iniziale per l’acquisto di un’auto elettrica viene ammortizzato nel giro di dieci anni, ma anche molti di meno se si tiene conto delle agevolazioni fiscali.

Anche i costi di gestione sono inferiori; per i primi cinque anni i veicoli elettrici non pagano il bollo, mentre dal sesto anno in poi pagano un quarto dell’importo previsto per un modello analogo ma tradizionale.

Le auto elettriche possono anche circolare liberamente in tutte le zone a traffico limitato e non pagano il parcheggio durante la sosta sulle strisce blu.

Troppe ricariche, poche colonnine

Il mercato dei mezzi elettrici è in crescita costante, in Italia come in Europa, ma i mezzi elettrici effettivamente in circolazione rappresentano una percentuale piccolissima, e anche i punti di ricarica a disposizione degli utenti sono ancora pochi.

L’inadeguatezza della rete di ricarica, unita alla paura che la batteria del mezzo non duri a sufficienza, innesca nei consumatori una sorta di ansia che impedisce di affidarsi ai mezzi elettrici con leggerezza.

In effetti, un’auto elettrica riesce di rado a superare i 300 km con una ricarica, e per effettuare una ricarica servono al minimo trenta minuti, anche utilizzando una delle rare colonnine di ricarica ultrarapida.

Per molte persone si tratta di un tempo esageratamente lungo, in confronto ai cinque minuti richiesti per un pieno di benzina o diesel.

Le auto elettriche non producono emissioni durante l’uso quotidiano, ma molti si chiedono se l’elettricità usata per ricaricarle sia effettivamente pulita e proveniente da fonti rinnovabili.

In effetti, alcune zone d’Europa fanno ancora largo uso dei combustibili fossili per produrre energia elettrica, ma anche in questi casi le emissioni dovute alle auto elettriche sono comunque inferiori rispetto a quelle delle auto tradizionali.

Macchine ibride come compromesso

Per trovare una mediazione tra elettrico e tradizionale, molte persone scelgono l’automobile ibrida, che al suo interno ha sia un motore elettrico, sia uno a gasolio o benzina.

L’auto ibrida riduce i consumi e anche l’emissione di gas inquinanti, soprattutto nei modelli plug-in hybrid (in cui il motore elettrico fornisce circa 50 km di autonomia) e full hybrid (in cui il motore elettrico funziona sia da solo, sia insieme a quello termico).

Anche le ibride godono di incentivi fiscali e del diritto di attraversare le ZTL, e permettono un risparmio sul carburante rispetto ai modelli tradizionali; come le auto elettriche, però, hanno dei costi elevati che spesso superano i 15.000 euro. Inoltre, per quanto le emissioni di un’ibrida siano basse, non sono comunque basse quanto quelle di un’auto elettrica.