Gli assistenti vocali ci vogliono copiare anche l’intelligenza emotiva

Volete spegnere le luci in cucina mentre siete fuori in giardino? non ricordate la melodia di quella canzone che ascoltavate da adolescenti ma non volete sprecare troppe energie per scoprirlo? volete accendere la tv e non trovate il telecomando? per tutto questo e molto altro, ci sono, come probabilmente già sapete in molti, gli assistenti vocali!

Si presentano incorporati nei telefoni cellulari, ma anche come piccoli apparecchi dotati di casse e microfoni. Gli smart speakers possono accogliere le vostre richieste con facilità, grazie a dei metodi di analisi dati tipici dell’intelligenza artificiale, conosciuti con il nome di machine learning e deep learning.

Ce ne sono vari sul mercato, di varie tipologie e dotati di varie funzioni. Obbediscono, però, all’unanimità ai vostri comandi. Non vi resta che pronunciare la ‘”parolina magica”, ovvero la parola che chiama l’attenzione dell’assistente vocale, la quale cambia da modello a modello.

Quando la tecnologia diventa troppo intelligente

Va bene, non vi abbiamo detto tutta la verità, ma ora siamo intenzionati a farlo: gli assistenti virtuali non solo rispettano i vostri comandi, ma si pensa che a breve potranno anche captare il tono della voce. Siete stanchi? felici? tristi?

L’apparecchio smart potrà accorgersene, e reagire al vostro umore, rispondendo con la stessa intensità di tono. Avete capito bene, l’aggeggio che può effettuare una telefonata autonomamente o fare una ricerca in pochi secondi, può potenzialmente essere anche empatico quanto vostro marito!

Questi dispositivi potrebbero essere capaci di capire il contesto specifico in cui l’interazione uomo-macchina ha luogo. Così, sentirete una voce serena che vi informa che nessuno sconosciuto ha provato a entrare in casa, o una voce sconsolata che annuncia che per domani, il vostro unico giorno libero, il meteo prevede temporale.

Allo stesso modo, se parlate sussurrando, l’assistente vocale vi può rispondere sussurrando. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno avremmo condiviso uno spazio emotivo con un apparecchio artificiale?

Ma non è tutto! gli smart speakers stanno apprendendo e memorizzando un numero sempre più alto di dialetti e accenti. Siete fuori per lavoro e avete nostalgia di casa? la voce che fuoriesce dalla cassa può farvi sentire, per qualche minuto, a casa, alleggerendo la vostra malinconia.

E ancora, barzellette, canzoni, racconti! molti modelli possono già farvi divertire, o farvi arrabbiare, se non vi va di scherzare in quel momento.
Insomma, sembra che gli assistenti vocali siano stati programmati per assottigliare le differenze tra robot ed esseri umani.

La somiglianza tra umani e robot

Già sapevamo che, con il progresso scientifico e la digitalizzazione globale, la tecnologia sarebbe diventata parte delle nostre vite. Abbiamo accettato che elettrodomestici potessero emulare la nostra forza-lavoro, o che apparecchi di vario genere potessero memorizzare, muoversi, parlare e raggiungere distanze umanamente inarrivabili.

Quello che non sapevamo, però, è che la tecnologia ci avrebbe rubato anche l’intelligenza emotiva. In psicologia, solo recentemente se ne è iniziato a parlare; eppure, questo aspetto (sino a pochi decenni fa sottovalutato) della mente umana è già alla mercé di alcuni dei nostri dispositivi. In pole position, ovviamente, agli assistenti vocali.
È simultaneamente raccapricciante e rasserenante, il fatto che questi ultimi possano imparare a comprendere e gestire consapevolmente le nostre emozioni.

Ci preoccupa sapere che siamo quasi alla stregua di una macchina artificiale, ma, allo stesso tempo, ci sentiamo meglio se il nostro assistente vocale ci risponde con gentilezza. Ci piace, in fondo, essere compresi senza troppe parole!

Stranamente, queste macchine potrebbero servire per colmare i vuoti di alcuni, le ansie di altri. Tuttavia, si tratterebbe, senza ombra di dubbio, di un mezzo inefficace che non farebbe altro che provocare più disagi personali e sociali.