Lo smart working in Italia potrebbe ridurre notevolmente l’inquinamento ambientale

Sapete perché si parla così tanto di smart working, o lavoro agile? beh, perché questo nuovo modello di organizzazione del lavoro costituisce un grosso vantaggio non solo per i dipendenti e per i titolari, ma anche per l’ambiente, soprattutto in Italia.

Prima di approfondire quest’ultimo punto, vogliamo ricordarvi brevemente in che modo il lavoro da remoto incide positivamente sull’intera dimensione lavorativa.

I dipendenti, lavorando da casa, riescono a bilanciare al meglio la loro vita privata con quella professionale, a favore della produttività, oltre che a godere di un livello di soddisfazione personale maggiore dato dall’aumento della responsabilizzazione e dell’autonomia attribuitagli.

I titolari, invece, con il taglio considerevole degli uffici, sperimentano una riduzione delle spese. Inoltre, grazie ad una politica di lavoro più attrattiva, osservano un importante aumento della brand awareness.

Riduzione di packaging tossico, consumi energetici e spostamenti

Come può il lavoro intelligente giovare all’ambiente? semplice: perché riduce il sovraccarico di packaging tossico, assottiglia i consumi energetici e porta al minimo l’impatto ambientale degli spostamenti urbani.

Secondo una recentissima indagine condotta da ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile), lo smart working ha moderato, negli ultimi anni, l’intensità e il numero degli spostamenti casa-lavoro-casa: sono ben 46 milioni i kilometri evitati. Di conseguenza, il nostro pianeta ha avuto il piacere di perdere 8mila tonnellate di anidride carbonica, 1,75 t di PM10 e 17,9 t di ossidi di azoto.

Ovviamente, il trasferimento delle attività lavorative dal desk dell’azienda alla scrivania di casa, o anche al tavolino del bar del paese, comporta anche una riduzione significativa delle spese e dei consumi energetici.

Certo, continuerete a usare energia elettrica; tuttavia, farlo in un ambiente privato ne facilita il monitoraggio. Da notare: la quantità di energia utilizzata non è un dato stabile, ma può variare da azienda ad azienda, quindi, anche la significatività del risparmio può variare. Una cosa è certa: lavorando da casa, possiamo decidere noi quanto riscaldare o raffreddare la stanza!

Non dimentichiamo, infine, che anche il packaging può rivelarsi tossico per il nostro habitat! quando mangiamo fuori casa, magari nel mio primo fast food che avvistiamo nei pressi dell’ufficio, tutti quei contenitori di plastica hanno, come saprete, un forte impatto sul benessere del pianeta. Grazie allo smart working anche questo problema viene alleggerito!

Insomma, abituarsi a lavorare fuori ufficio potrebbe davvero aiutare noi e tutto ciò che ci circonda. Questa affermazione vale ancora di più per gli italiani.

L’Italia non è tra i Paesi più sostenibili

Lo smart working non riduce ovunque l’inquinamento con la stessa intensità. Il suo valore di convenienza è strettamente legato all’identità sostenibile o poco-sostenibile del luogo in questione.

Ovviamente, in quei Paesi in cui la popolazione è già saldamente abituata allo spostamento urbano ecologico, per fare un esempio, una soluzione alternativa come il lavoro fuori ufficio sarà, seppur non svantaggiosa, limitatamente remunerativa.

È il caso di Norvegia, Svezia o Finlandia, che, secondo l’ottava edizione del Global Sustainable Competitiveness Index, sono tra i Paesi più sostenibili d’Europa e del mondo.

L’Italia, invece, si piazza al trentesimo posto, sorpassata dalla maggior parte dei Paesi europei. Un risultato non troppo sconfortante a livello mondiale (la classifica contiene 180 Paesi), ma decisamente poco rassicurante se ci focalizziamo sul continente europeo.

È chiaro, dunque, che per l’Italia, rispetto alla Svezia, lo smart working rappresenta senza ombra di dubbio una forte possibilità di progresso ambientale e sociale. Similarmente, per la Norvegia, la Svizzera o l’Islanda, lavorare da remoto costituisce un buon metodo per rafforzare una già esistente tendenza verso la vita a basso impatto ambientale, ma di sicuro non ha il medesimo valore rivoluzionario.

La speranza, per quanto ci riguarda, è di riuscire a scalare presto la suddetta classifica, e farlo anche grazie a un nuovo modello di organizzazione del lavoro, più intelligente!